Da inizio mese in Lombardia si sono registrati quattro infortuni mortali sul lavoro, che si aggiungono ai 42 registrati dalle Ats da inizio anno, mentre i dati INAIL aggiornati a ottobre 2021 ne riportano ben 140 nella nostra regione. Dati allarmanti, in un quadro nazionale che conta circa 450mila infortuni complessivamente di cui 1017 mortali, con un aumento del 16% nel settore delle costruzioni con 24mila denunce di infortunio.
Una strage inaccettabile, mai frutto della casualità, che impone risposte immediate dalle Istituzioni ad ogni livello e assunzione di responsabilità da parte dei datori di lavoro.
La salute e sicurezza di lavoratrici e lavoratori – scrivono Cgil Cisl Uil Lombardia in una nota – vengono prima di tutto. Non sono accettabili ritmi di lavoro eccessivi, non si può operare in assenza di formazione e senza che siano preventivamente attuate le misure di prevenzione da chi ha la responsabilità dell’attività stessa. La prevenzione è in capo all’imprenditore.
I sindacati chiedono al Governo e alla Regione di rafforzare il fronte ispettivo, istituire una task force sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, qualificare le imprese attraverso la patente a punti e dare così attuazione alla previsione legislativa inapplicata da oltre un decennio.