Favorire l’equilibrio dell’occupazione nel settore del lavoro domestico e riconoscerne la dignità nel rispetto della convenzioni europee per i diritti sociali . E’ questa la finalità della “Piattaforma programmatica degli interventi normativi essenziali” definita dalle parti sociali firmatarie della contrattazione nazionale di settore (Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uiltucs, Federcolf e associazioni datoriali) inviata al Governo.
Sono cinque le azioni proposte dalle parti sociali per restituire dignità al settore:
- adozione del trattamento economico di malattia a carico dell’Inps, compatibile con quelle riservate alla generalità dei dipendenti;
- estensione della normativa di tutela della maternità e della genitorialità, comparabili con quelli riconosciuti alla generalità delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri;
- riconoscimento ai datori di lavoro della deducibilità dal reddito di tutte le retribuzioni corrisposte ai lavoratori domestici e dei contributi obbligatori;
- istituzione di un assegno universale per la non autosufficienza e detraibilità fiscale dei contributi versati per i lavoratori addetti all’assistenza personale di soggetti non autosufficienti”.
- ripristino dei “Decreti flussi” annuali, con la previsione di adeguate quote riservate al settore domestico .
Il lavoro domestico interessa 2,5 milioni di famiglie datrici di lavoro e più di 2 milioni di lavoratrici e lavoratori colf e badanti, oltre ai 9,5 milioni di cittadini in Italia che usufruiscono delle prestazioni; più dell’88% dell’occupazione è femminile; i lavoratori stranieri sono oltre il 73% e più del 44% sono cittadini Ue; oltre il 45% dell’occupazione è riconducibile al lavoro di cura e assistenza familiare.