Proclamato lo stato di agitazione della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa del servizio sanitario regionale lombardo. Al centro della protesta il mancato rinnovo dell’integrativo contrattuale: “Dieci anni di blocco contrattuale – scrivono i sindacati in una nota – troppo spesso imputato solo a norme nazionali e che di fatto vive anche della resistenza regionale ad assumersi le proprie responsabilità, unitamente a gravissimi ritardi nella riorganizzazione della rete ospedaliera che rende insostenibile il lavoro, hanno provocato un logoramento non più accettabile“.
La denuncia dei dirigenti della sanità lombarda comprende “l’esternalizzazione dei servizi, con l’utilizzo di cooperative e contratti precari, con compensi orari non in linea con quelli europei, per medici specialisti che poi sono costretti a lavorare gratuitamente oltre l’orario pattuito”.
“La Regione più popolosa e ricca d’Italia – conclude la nota sindacale – batta un colpo e dimostri che davvero vuole investire in una sanità pubblica che sia un vanto per i pazienti, i cittadini e per i professionisti che ci lavorano i quali meritano proprio per questo adeguati riconoscimenti, anche economici, in linea con quelli assegnati al comparto sanità”.