Quello della Cisl bresciana è uno sguardi positivo sul futuro del lavoro, consapevole che tutto ciò che sbrigativamente va catalogandosi sotto il “quattro punto zero” ha certamente dei rischi ma costituisce anche un’insieme di grandi opportunità.
UN MONDO DA RIDISEGNARE
Lo si può fare con un grande investimento sulla formazione – gli ha fatto eco Francesco Seghezzi, direttore della Fondazione Adapt – che deve offrire riqualificazione delle competenze e aggiornamento continuo.
Senza rinunciare mai alla centralità della persona – ha affermato Paolo Foglizzo, redattore della rivista Aggiornamenti Sociali – alla dignità del lavoro, contro le proposte di assistenzialismo senza sudore.
CASI ED ESPERIENZE CONCRETE
Riflessioni importanti che hanno dato rilievo ad una serie di contributi da parte di diverse categorie: quella dei metalmeccanici (Fim Cisl) sull’innovazione tecnologica alla Megabarre Europe di Castelmella; del mondo delle costruzioni (Filca Cisl) che ha messo a confronto due aziende, dove in una l’innovazione finisce per banalizzare la presenza dei lavoratori nei processi produttivi, e un’altra in cui invece valorizza il loro coinvolgimento attraverso anche percorsi formativi specifici; quella del pubblico impiego e della sanità (Cisl FP) in cui il telelavoro e forme innovative di organizzazione costituiscono per il settore elementi di forte cambiamento; quella del mondo del credito (First Cisl) dove lo smart working sta diventando prassi introducendo consistenti novità di gestione del personale; quella della scuola e della ricerca (Cisl Scuola) che nel recente contratto nazionale di lavoro ha inserito un capitolo sul diritto alla disconnessione.
IL FUTURO E’ GIÀ QUI
La realtà bresciana è terreno di innumerevoli esperienze – come ha testimoniato Stefano Martinelli, invitato dalla Cisl a coordinare i lavori del convegno anche per la straordinaria esperienza maturata da qualche anno nella redazione del supplemento settimanale del Giornale di Brescia su innovazione e tecnologia nel mondo del lavoro – che vanno costruendo una banca dati attraverso la quale si possono intuire le linee di sviluppo del nostro territorio.