Si torna ad affittare. Secondo una ricerca di Immobiliare.it nel 2016 la domanda è cresciuta in Lombardia di circa 3 punti. E affittare un appartamento a Brescia è molto più conveniente non solo rispetto a Milano (cosa abbastanza ovvia) ma in generale rispetto9 alle altre province lombarde . “Se un monolocale, che una delle tipologie più richieste, costa 540 euro a Milano e 450 a Como – ha scritto nei giorni scorsi Bresciaoggi – da noi viene affittato a 310 euro ”.
Per spiegare la situazione il quotidiano di via Eritrea ha interpellato diversi esperti, e tra questi anche Fabrizio Esposito, responsabile del Sicet Cisl di Brescia. Com’è dunque che una città non certo a buon mercato come Brescia si scopre cosi appetibile nel mercato della locazione?
“Il punto è – riferisce Bresciaoggi sintetizzando un ragionamento del responsabile del Sicet – che a Brescia, soprattutto prima della grande crisi del 2008 si è costruito molto, tanti alloggi sono rimasti sfitti e ancora oggi l’offerta risulta parecchio superiore alla domanda. I prezzi di vendita sono ancora poco remunerativi, e i proprietari piuttosto di svendere si stanno riorientando verso la locazione. Su questo fronte, poi, ha fatto e fa la sua parte la cedolare secca con aliquota al 10 per cento, che lascia qualche margine di remuneratività, in alcuni casi pur ritoccando al ribasso i canoni di affitto. Persino i contratti a canone concordato, basati su valori misurati una decina di anni fa, in periodo pre-crisi, risultano convenienti”.
Negli uffici del Sicet Cisl passano circa duemila contatti all’anno: “Le locazioni stanno crescendo per via delle vendite che ancora non decollano – aggiunge Fabrizio Esposito – e pur con un affitto contenuto i proprietari riescono ad ammortizzare l’Imu, a fare le necessarie manutenzioni e a ottenere qualche piccolo margine di utile“.
Persino il canone concordato continua a viaggiare su percentuali elevate. “A Brescia c’era stato un accordo molto coraggioso, a 25 punti sotto il valore di mercato – ricorda il sindacalista Sicet – poi è arrivata la crisi, le associazioni dei proprietari hanno praticato qualche sconto occasionale senza abbassare i prezzi, ma i canoni sono rimasti comunque appetibili con l’aumento degli sgravi fiscali”. Ora, però, l’accordo ha quasi raggiunto i valori di mercato, e sarebbe tempo di rivederlo.