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Poste, giornata di sciopero. Punzi (Slp Cisl): si riapra il confronto sulla riorganizzazione
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Poste, giornata di sciopero. Punzi (Slp Cisl): si riapra il confronto sulla riorganizzazione

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Pubblicato il 4 Novembre 2016

Per i lavoratori di Poste Italiane oggi è giornata di sciopero generale. La manifestazione più significativa è in programma a Milano davanti alla sede della Borsa. La mobilitazione sindacale si oppone infatti alla decisione del Consiglio dei Ministri di quotare in Borsa un ulteriore 29,7% della società e del conferimento a Cassa Depositi e Prestiti del rimanente 35% del capitale, con l’uscita definitiva del Ministero dell’Economia dall’azionariato di Poste Italiane. “Una privatizzazione che non tiene in considerazione il ruolo sociale che deve avere i servizio postale” denunciano i sindacati.

Ma oltre agli assetti societari lo sciopero ha l’obiettivo di portare all’attenzione generale anche altre questioni irrisolte che preoccupano dipendenti e comunità, dalla chiusura totale o parziale di numerosi uffici postali agli effetti della consegna della corrispondenza a giorni alterni.

 

Su quest’ultimo tema cislbrescia.it ha intervistato Giovanni Punzi
segretario generale dei Postali Cisl di Brescia e provincia.

 

Cominciamo da qualche numero per capire come è organizzato il lavoro dei portalettere sul territorio.

La provincia di Brescia è costituita da 23 centri di distribuzione di recapito e diversi presidi decentrati di distribuzione (Pdd) con almeno tre portalettere. I centri di distribuzione sono a Breno, Edolo, Rivoltella del Garda, Roncadelle, Rovato, Salò, Valsabbia, Gardone Val Trompia, Ghedi, Iseo, Leno, Lumezzane, Montichiari, Nave, Orzinuovi, Palazzolo Sull’Oglio, Rezzato, Bagnolo Mella, Boario Terme, Brescia (via Dalmazia), Chiari, Franciacorta, Verolanuova.
In 6 di questi centri di distribuzione – Salò, Leno, Boario Terme, Brescia, Chiari e Verolanuova – i portalettere sono collocati tutti all’interno della struttura; negli altri, per problemi logistici, si distribuiscono nei vari uffici postali che costituiscono i presidi decentrati di distribuzione.

Cosa comporta la consegna della corrispondenza  due volte la settimana decisa da Poste Italiane?

Che se prima il portalettere era titolare di una sola zona di recapito oggi è titolare di due zone di recapito, per cui il lunedì, mercoledì e venerdì consegna la corrispondenza nella zona che definiamo A, mentre il martedì e giovedì lo fa nella zona B; la settimana successiva avviene il contrario.

Cosa succede alla corrispondenza prioritaria per la quale si paga una tariffa più elevata del normale?

Poste Italiane si è inventata il “portalettere plus” garantendo il recapito di ciò che va consegnato in giornata in funzione della tariffa applica – pacco celere, raccomandate, prodotti Amazon – anche nelle giornate scoperte dal recapito ordinario.

Sembra un’organizzazione perfetta! Cosa c’è che non va?

Innanzitutto che si perdono centinaia di posti di lavoro e in secondo luogo che Poste Italiane metterà sotto stress i portalettere in servizio.

Può essere più preciso?

A dicembre, con la nuova organizzazione del recapito a giorni alterni, nella nostra provincia perderemo 160 posti di lavoro! Sommati agli 80 posti di lavoro che sono venuti meno con il primo taglio effettuato da Poste Italiane nel 2010 e agli ulteriori 80 posti del 2013, la realtà bresciana ha perso negli ultimi sei anni 320 portalettere. Se a questi si aggiungono i 200 posti di lavoro tagliati nel settore sportelleria, staff di filare e centro meccanografico, significa che la riorganizzazione postale nel nostro territorio ha coinvolto in processi di riconversione professionale, cambi di mansione, trasferimenti e incentivazione all’esodo 520 lavoratori.

Come sta andando, dal punto di vista pratico, questa rivoluzione imposta da Posta Italiane?

Ad oggi il 73 % dei centri di distribuzione lavora già a giorni alterni, e da lunedì prossimo, 7 novembre, toccherà agli ultimi 6 centri: Bagnolo Mella, Boario Terme, Brescia (via Dalmazia), Chiari, Franciacorta e Verolanuova.
Edolo e Breno sono stati i primi a partire tra ottobre e novembre del 2015 sono stati: in queste realtà non abbiamo registrato, ad oggi,  problemi significativi e in particolare giacenza di corrispondenza.
Diversa è la situazione per gli altri centri di distribuzione dove la consegna a giorni alterni è partita a settembre – penso a Gussago, Leno, Salò, Montichiari, Rivoltella, Ghedi e altri ancora – dove si cominciano a registrare giacenze non ancora preoccupanti ma comunque significative.
Ci risulta che per far fronte a questa modifica dell’organizzazione del lavoro, in diversi centri di recapito i portalettere stanno effettuano la consegna della corrispondenza ben oltre il normale orario di lavoro; e nonostante questo in alcune zone viene chiesto ai portalettere di fare ore straordinarie di sabato mattina.

Ci sono dunque specificità territoriali che la riorganizzazione del recapito non ha valutato, ho capito bene?

Sì. Purtroppo questa organizzazione del lavoro è destinata a registrare fortissime criticità, in quanto la provincia di Brescia viene alimentata da ben due centri di smistamento ,Verona e Milano. Questi centri lavorando la corrispondenza in modo discontinuo determinando ritardi nell’avvio della posta ai centri di distribuzione, con conseguenti carichi di lavoro eccessivi in alcuni giorni della settimana e bassissimi in altri giorni.

Senta, è vero che una cartolina spedita dall’Australia dopo tre giorni è a Brescia mentre una busta spedita da Brescia ad un altro indirizzo cittadino ha bisogno di quattro giorni per arrivare a destinazione?

E’ così. Oggi la corrispondenza imbucata a Brescia e indirizzata a Brescia viene prima portata a Verona e poi riportata a Brescia, e servono quattro giorni! Non occorre avere una fervida immaginazione per capire cosa potrà avvenire il prossimo anno quando verrà ridimensionato centro di smistamento di Verona, con la posta di Brescia che sarà lavorata a Padova!
Queste sono anomalie organizzative che continuamente segnaliamo all’azienda chiedendo a Poste Italiane riaprire il confronto con i rappresentanti dei lavoratori per mettere in atto i necessari correttivi prima che si arrivi a certificare un’ulteriore indebolimento del servizio postale e la perdita di fiducia da parte dei cittadini.