C’era anche una delegazione di bresciani oggi a Roma per la manifestazione di protesta indetta da Cisl Funzione Pubblica, Fp Cgil e Uil Fp contro il Decreto Legislativo sul riordino delle Camere di commercio. Quattro i punti critici sottolineati dalle organizzazioni sindacali:
- la centralizzazione del sistema camerale;
- la drastica riduzione delle aziende speciali, delle società partecipate e di sistema;
- la cancellazione dei servizi di promozione del territorio e delle economie locali;
- il conseguente taglio del personale.
CAMBIARE ROTTA
Il Governo sulla riforma del sistema camerale deve cambiare rotta – hanno ribadito i sindacati – perché la riduzione annuale del 50% dei finanziamenti prevista dal Decreto Legislativo rischia di vanificare un patrimonio professionale di eccellenza che a livello locale sostiene le imprese e i sistemi produttivi.
NON È QUESTIONE DI RISPARMI
Dalla riforma non deriveranno risparmi significativi perché già oggi il sistema delle Camere di commercio italiane grava in minima parte (0,2%) sulla spesa pubblica nazionale e opera con alti livelli di efficienza, frutto di un confronto costante con le imprese che chiedono servizi innovativi con tempi e modalità propri del mondo privato.
TANTISSIMI I POSTI DI LAVORO IN PERICOLO
È in gioco la difesa degli oltre 10mila posti di lavoro, delle Camere di commercio, delle Unioni regionali e delle Aziende speciali, messi a rischio da un provvedimento che va ben oltre la delega conferita al Governo da una legge che prevedeva espressamente la salvaguardia occupazionale.
IL DECRETO DIA TITOLARITÀ AD UNIONCAMERE
La richiesta dei sindacati è quella di integrare con urgenza il Decreto Legislativo stabilendo una norma sulla titolarità in capo ad Unioncamere ad avviare il confronto con i sindacati sulla razionalizzazione delle risorse, affinché la riforma del sistema camerale non si traduca semplicemente nella perdita di posti di lavoro.