La pressione dei lavoratori postali in Lombardia non si ferma: nessuno dei problemi e delle criticità evidenziate nei mesi scorsi, infatti, hanno visto la soluzione.
“Il personale è ulteriormente diminuito per esodi incentivati – scrive in una nota Cisl Poste Lombardia – la riorganizzazione del recapito e della logistica prosegue fra confusione e inadempienze degli accordi sottoscritti, gli ambienti e luoghi di lavoro non vengono messi a norma, le improprie pressioni commerciali si intensificano e vanno di pari passo con le sanzioni disciplinari”.
“In queste precarie condizioni – accusa il sindacato dei lavoratori postali della Cisl – nonostante le forti contestazioni di parlamentari, rappresentanti dei cittadini e della politica, il Governo vuole comunque procedere alla totale privatizzazione dell’azienda. Uno scempio per la collettività, che mette a grave rischio il servizio universale, la tenuta occupazionale e la garanzia del capitale investito da parte dei sottoscrittori, sia privati che pubblici”.
“Le complesse norme di autoregolamentazione dello sciopero – conclude la nota – non consentono di proclamare a breve ulteriori azioni di protesta a livello regionale. Potrebbero però essere ricomprese in un sempre più probabile sciopero generale nazionale dei lavoratori di Poste Italiane che potrebbe essere programmato a breve, visto che disservizi e disagi denunciati in Lombardia sono presenti in quasi tutte le altre regioni”.