Contratti, la strada per ridare centralità al lavoro. A Roma l’attivo nazionale dei delegati
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Contratti, la strada per ridare centralità al lavoro. A Roma l’attivo nazionale dei delegati

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Pubblicato il 12 Luglio 2016

attivo unitario delegati Cgil Cisl UilRinnovando i contratti nazionali di lavoro “si può creare un nuovo Paese che ritrovi nel lavoro la sua centralità“. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, aprendo questa mattina a Roma l’attivo nazionale dei delegati di Cgil Cisl Uil sul tema: “Rinnovare i contratti, rilanciare la contrattazione, per una crescita fondata sulla valorizzazione del lavoro”. “A dicembre di quest’anno – ha sottolineato Furlan – saranno circa 12 milioni i lavoratori con il contratto scaduto“; tra di loro ci sono tre milioni di lavoratori del pubblico impiego, “per i quali chiediamo al Governo di convocarci immediatamente: siamo preoccupati per la scarsa attenzione che il Governo dà al ruolo della Pubblica Amministrazione, un tema che dovrebbe invece essere prioritario”.

NO AL RECINTO ORGOGLIOSO DELLE SINGOLE ORGANIZZAZIONI

Il blocco dei contratti – ha aggiunto la leader Cisl – influisce negativamente sul Pil del Paese, sulla crescita, sulla dignità del lavoro. Giorni fa abbiamo incontrato i nuovi vertici di Confindustria: nei toni e negli obiettivi possiamo intravedere una possibilità di dialogo. Dobbiamo andare avanti verso una conclusione positiva dei contratti aperti” e verso una ridefinizione dei  modelli contrattuali nel loro insieme: “Dobbiamo evitare di rinchiuderci dentro gli orgogli delle singole organizzazioni, privilegiando, per il Paese, una proposta unitaria“.

SENZA CONTRATTAZIONE NON SI VA DAL NESSUNA PARTE

“Il contratto nazionale è un elemento fondamentale e deve restare la fonte primaria delle regolazioni del lavoro. In un Paese caratterizzato da piccole e medie imprese il contratto nazionale è uno strumento di equità sociale che serve a promuovere la formazione, a garantire diritti e tutele salariali dei lavoratori, a far funzionare il mondo del lavoro, a far funzionare il Paese attraverso la regolazione del rapporto tra imprese e lavoratori. Nessuno deve spiegarci l’importanza della contrattazione di secondo livello, che vogliamo rafforzare. Ma oggi soltanto il 20% delle imprese la fa. Questo lo vogliamo ricordare ai datori di lavoro e alle loro associazioni, che dunque devono predicare di meno e applicare di più la contrattazione decentrata. La politica parla di sviluppo e crescita ma senza la contrattazione non si va da nessuna parte e la contrattazione rende le nostre imprese più competitive ed è il primo presupposto su cui costruire la crescita e l’occupazione. Meno contrattazione vuol dire meno democrazia. Anche per questo e’ importante chiudere presto e bene i contratti”.

Annamaria Furlan ha anche richiamato l’attenzione sul milione e mezzo di lavoratori metalmeccanici per i quali l’intransigenza di Federmeccanica blocca da otto mesi il negoziato.