Fondazione Don Gnocchi disdetta il contratto. A Rovato lavoratori in assemblea
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Fondazione Don Gnocchi disdetta il contratto. A Rovato lavoratori in assemblea

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Pubblicato il 16 Ottobre 2015

centro riabilitativo della fondazione don gnocci a rovato (bs)Stato di agitazione anche nella struttura bresciana della Fondazione Don Gnocchi, il Centro di riabilitazione “Spalenza” a Rovato, una delle 29 presenti in Italia con oltre 3.600 posti letto e 5.700 dipendenti. La decisione è stata presa dalle organizzazioni sindacali dopo che la Fondazione ha improvvisamente comunicato la disdetta del contratto di lavoro.

 

DECISIONE INCOMPRENSIBILE
“Una decisione incomprensibile – denunciano Cisl Funzione Pubblica, Fp Cgil e UilFpl – che arriva dopo due anni nei quali, per fronteggiare i problemi finanziari della Fondazione, le lavoratrici e i lavoratori hanno garantito prestazioni e orari ben oltre i limiti delle previsioni contrattuali”.

DA ROVATO ALLA MANIFESTAZIONE REGIONALE
Nel corso dell’affollata assemblea che si è tenuta ieri pomeriggio a Rovato (dove lavorano 160 persone) è stata decisa la partecipazione alla manifestazione regionale in programma a Milano mercoledì 21 ottobre.

 

 

VANIFICATI GLI SFORZI DELL’ACCORDO PONTE DEL 2013
Grande amarezza è stata espressa dai lavoratori per una decisione aziendale che non riconosce gli sforzi fatti dal personale per contribuire al risanamento della Fondazione, aderendo nel 2013 ad un accordo ponte in cui tutti hanno accettato la riduzione di 2 giorni di ferie all’anno e 80 ore anno di lavoro gratuite, con salti di riposo nei turnisti e ore aggiuntive nelle altre figure.

LAVORATORI SCONCERTATI
Cisl Funzione Pubblica, Fp Cgil e UilFpl chiedono l’apertura di un confronto serio e rispettoso: “La professionalità e la dedizione dei lavoratori del Centro Don Gnocchi di Rovato – conclude Angela Cremaschini della Cisl Funzione Pubblica di Brescia – ha consentito il riconoscimento alla struttura della riabilitazione ad alta complessità, un’eccellenza nel settore riabilitativo. Per questo la disdetta del contratto di lavoro suona ancora più amara, il tentativo di scaricare su di loro, che hanno stipendi fermi dal 2009, i costi di una crisi di gestione che ha ben altre responsabilità”.