Un’economia forte al servizio delle persone. E’ la priorità delle priorità per la Confederazione europea dei sindacati alla vigilia del tredicesimo congresso della sua storia che si tiene a Parigi dal 29 settembre al 2 ottobre.
Quelli trascorsi dal precedente congresso sono stati quattro anni durissimi per l’Europa e per il sindacalismo europeo e nazionale, perché le politiche di rigore per il risanamento economico dell’eurozona hanno messo in ginocchio non solo l’economia reale, ma hanno affievolito anche le prerogative sindacali, indebolendo la contrattazione collettiva.
La Ces auspica da tempo un’inversione di tendenza, e nel Manifesto di Parigi che verrà messo in votazione al congresso chiede un’economia al servizio delle persone, da tradurre in almeno cinque punti fondamentali:
- investimenti a favore di piena occupazione e lavori di qualità per tutti;
- fine delle politiche di austerità;
- salari più competitivi per stimolare la ripresa e la domanda interna, ridurre le disuguaglianze e contrastare la povertà;
- precedenza ai diritti sociali fondamentali rispetto alle libertà economiche;
- politiche a favore di occupazione “verde”, economia sostenibile, servizi pubblici più efficaci, giustizia fiscale e di contrasto alle speculazioni finanziarie.
La Confederazione europea dei sindacati chiede inoltre il rispetto e il rafforzamento del dialogo sociale e della contrattazione collettiva, delle libertà di associazione e del diritto di sciopero, e il coinvolgimento del sindacato di Bruxelles nelle politiche sociali, occupazionali ed economiche europee.
Il congresso sarà anche chiamato ad eleggere la nuova guida della Ces. A raccogliere il testimone di Bernadette Ségol sarà Luca Visentini, 24 anni dopo l’elezione dell’ultimo italiano, Emilio Gabaglio, rimasto 12 anni alla guida della Ces.