Dopo la firma da parte di Cgil Cisl Uil e Confindustria, oggi anche le centrali della cooperazione – Confcooperative, Agci e Legacoop – hanno sottoscritto il “Testo unico sulla rappresentanza”.
Il testo (clicca qui per leggere e scaricare il documento) è quello del 10 gennaio 2014.
Il documento contiene norme per la misurazione, la certificazione e la regolamentazione della rappresentanza nelle aziende. Al negoziato per il contratto collettivo nazionale di lavoro potranno così partecipare le organizzazioni sindacali che abbiano ottenuto una rappresentatività non inferiore al 5%. In assenza di piattaforme unitarie il negoziato si avvierà sulla base della piattaforma presentata dalle sigle sindacali che vantano una rappresentatività complessiva pari almeno al 50% più 1.
REGOLE TRA LE PARTI, NON PER LEGGE
L’intesa – ha sottolineato Annamaria Furlan, segretario generale dela Cisl – “dimostra come le parti sociali siano in grado di regolamentare in modo efficace e rapportato alle caratteristiche dei singoli settori le questioni della rappresentanza e dell’approvazione degli accordi ai vari livelli. La regolamentazione per via contrattuale rende dunque inutile un intervento della legge e dà alle relazioni sindacali ed ai contratti di lavoro una cornice di affidabilità e di certezza a chi vuole lavorare ed investire nel nostro Paese”.
LA NATURA PARTECIPATIVA DELL’INTESA
La Cisl ricorda che questo accordo si aggiunge a quelli già firmati sullo stesso tema con Confindustria e Confservizi ma coglie alcune specificità dell’impresa cooperativa per sua natura orientata alla partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa. L’accordo prevede infatti la possibilità per tutti i lavoratori di partecipare alla vita democratica delle organizzazioni sindacali e contempla inoltre le regole anche per la contrattazione di secondo livello su base territoriale oltre che aziendale.
PROSSIMI OBIETTIVI
A settembre – conclude il segretario generale della Cisl – contiamo di chiudere un altro importante accordo sulla rappresentanza con Confcommercio. E’ un segnale del ruolo insostituibile dei corpi intermedi della società nella regolazione dei rapporti sociali nel Paese: un esempio di democrazia diffusa di cui il governo dovrà tenere conto”.