Antonio Lorenzetti, 70 anni fa il sacrificio di un diciannovenne in nome della libertà
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Antonio Lorenzetti, 70 anni fa il sacrificio di un diciannovenne in nome della libertà

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Pubblicato il 19 Agosto 2014

Monumento ai Caduti di tutte le guerreAnche quest’anno il comune di Artogne ha ricordato in una manifestazione ufficiale il sacrificio di Antonio Lorenzetti, un protagonista della lotta partigiana in Valle Camonica che settant’anni fa, nell’estate del 1944, venne catturato, torturato e fucilato dai fascisti a Darfo.

Nato proprio ad Artogne nel 1925, Lorenzetti aveva 19 anni quando si unì alle Fiamme Verdi camune: per onorare il suo sacrificio la formazione partigiana operante da Pisogne a Darfo prese il nome di “Brigata Lorenzetti”.

 

LA CRONACA DELLA GIORNATA
(testo elaborato da appunti di Gigi Mastaglia)

La manifestazione ha avuto luogo il 24 luglio scorso: è iniziata con la deposizione di una corona di fiori alla targa che onora la Divisione Acqui (sterminata dai tedeschi a Cefalonia perché rifiutò di consegnare le armi all’indomani dell’8 settembre 1943) e la formazione del corteo che ha raggiunto il monumento alla Resistenza nella piazza antistante la chiesa parrocchiale. Roberto Ravelli Damioli, presidente delle Fiamme Verdi della media e bassa Valle Camonica, ha dato lettura dei nomi – e del relativo soprannome – dei partigiani del paese che fecero parte della “Brigata Lorenzetti”: Antonio Lorenzetti (Tone de la al); Domenico Cotti Cottini (Matematic); Francesco Cotti Cottini (Lingia); Lorenzo Lorenzetti (Ogna); Pietro Martinelli (Marendada); Lino Martinelli (Mauriscì); Giovanni Spagnoli (Vento); Cesare Ottelli Zoletti (Capù); Giacomo Ottelli (Porcagn); Bortolo Ottelli (Papati); Ventura Ottelli (Ventura); Aldo Quetti (Provincia); Marino Ravelli Damioli (Damiol); Giacomo Spagnoli (Ciorcil); Guerino Quetti (Caldegna).

Ravelli ha poi rivolto un saluto e un particolare ringraziamento a a Giulietta Cotti, “staffetta partigiana” sulle montagne camune, e a Bruno Fantoni, ultimo superstite della Brigata Lorenzetti. Prendendo brevemente la parola, Fantoni ha ricordato i suoi incontri con Antonio Lorenzetti – “Ci scambiavamo ragionamenti e impressioni di giovani, come allora noi eravamo, lui era del 1925 ed io del 1926…” – le speranze e le amarezze vissute, sollecitando a tenere viva la memoria per chi ha combattuto contro il nazifascismo per restituire libertà al nostro Paese.

Il sindaco di Artogne, Gian Pietro Cesari, ha svolto poi la commemorazione ufficiale parlando dei valori della Resistenza come stimolo sempre attuale alla partecipazione e all’impegno civile e sociale. Ha ricordato la motivazione con cui l’Amministrazione comunale di Artogne ha conferito nel 1986 la medaglia d’oro alla bandiera della “Brigata Lorenzetti” e la forza degli ideali che hanno mosso i giovani di fronte alla barbarie e ai soprusi del fascismo e del nazismo. “Quegli uomini, Antonio Lorenzetti in testa – ha concluso il Sindaco – sono sempre vivi nel nostro cuore e nella nostra mente, e ci dicono che la libertà non ci è stata concessa una volta per tutte, è una conquista giornaliera, per la quale bisogna essere pronti anche a dare la vita. E’ un grande monito quello che ci viene dato dalla loro vita, un invito costante a combattere contro tutte le ingiustizie, contro tutte le offese alla dignità della persona, contro tutti gli autoritarismi”.

Nel successivo trasferimento dalla piazza al cimitero per la celebrazione della messa in suffragio delle vittime di tutte le guerre, il corteo ha reso omaggio al monumento che ricorda il partigiano Luigi Perinelli (fucilato dai fascisti nel prato antistante il cimitero di Artogne); fiori sono stati deposti oltre che sulla tomba di Antonio Lorenzetti anche su quella di Aldo Quetti, componente della brigata partigiana che dopo la guerra divenne presidente della sezione valligiana dell’Anpi .

Nell’omelia della messa il parroco di Artogne, don Italo Colosio, ha detto che oggi “il vero problema è non dimenticare: si dimentica troppo facilmente! Se i nostri giovani, oggi, possono essere liberi e parlare di libertà, lo devono a tanti loro coetanei che neanche ventenni hanno donato la loro vita per il bene di tutti”.

Monumento alla ResistenzaCorona Divisione AcquiOmaggio al caduto Luigi PerinelliLa Santa Messa