Per le neo mamme lavoratrici occorrono servizi adeguati e contrasto al mobbing
TORNA INDIETRO

Per le neo mamme lavoratrici occorrono servizi adeguati e contrasto al mobbing

< 1 min per leggere questo articolo

Pubblicato il 20 Gennaio 2012

La maternità continua ad essere per le donne il principale motivo di abbandono del lavoro. Nel 2011 nel bresciano sono state 786 le lavoratrici che si sono licenziate entro il primo anno di vita del bambino.

Un dato leggermente inferiore rispetto al 2010 quando a rinunciare al lavoro furono in 794, ma pur sempre un dato sul quale riflettere.

Il 45% delle mamme lascia il lavoro per la mancanza di strutture per la prima infanzia; il 15% lo fa perché i datori di lavoro non concedono flessibilità di orario; il 4,5% per l’insorgere di una vera e propria conflittualità con l’azienda.

Per aiutare e sostenere le donne lavoratrici che diventano mamme a non lasciarsi condizionare da forme più o meno velate di mobbing, la Consigliera Provinciale di Parità Anna Maria Gandolfi e il direttore della Direzione Territoriale del Lavoro di Brescia Luca Camplese hanno rinnovato anche per il 2012 un protocollo d’intesa per fare formazione e informazione sul problema.

Il tutto si traduce in un progetto denominato «Lavori e sei mamma? Sappi che…», che fa perno sulle attività di supporto delle reti istituzionali, economiche e sociali in grado di fornire interventi concreti a favore del rientro lavorativo. Ad aprile è previsto un seminario su “interdizione per congedo, permessi post parto e tutela delle lavoratrici madri”.