“Sono sicuro che il caporalato in Franciacorta non esiste. Ci può essere qualche caso, qualche furfante isolato che deve andare in galera. Per questo, dopo la segnalazione della Cisl, ho sporto subito denuncia alla Direzione provinciale del lavoro. È interesse di tutti che non venga infangata un’immagine costruita in decenni, con tanto lavoro e investimenti per milioni”. Così Maurizio Zanella, presidente del Consorzio del Franciacorta, commenta questa mattina su Bresciaoggi la notizia dei controlli avviati dai Carabinieri di Chiari per verificare la regolarità dei rapporti di lavoro applicati ai vendemmiatori.
Ben diverso il tono e il contenuto del commento di Daniele Cavalleri, Segretario generale della Fai Cisl che ha reso pubbliche le preoccupazioni del sindacato su forme di caporalato a danno di lavoratori rumeni e polacchi impegnati nella raccolta delle uve: «Diamo atto alle forze dell’ordine intervenute tempestivamente con i controlli. Restiamo in attesa del riscontro finale delle indagini: quando verrà verificata la regolarità dei compensi e dei trattamenti da parte delle cooperative sulle quali i controlli proseguono potremo dire che il caporalato non esiste. Il fenomeno secondo noi sta crescendo e va bloccato, a tutela dei lavoratori e delle imprese oneste”.
I commenti di Zanella e di Cavalleri sono inseriti in un ampio articolo che Bresciaoggi dedica alle verifiche dei Carabinieri nelle vigne della Franciacorta. Dopo che il Presidente del Consorzio ha ribadito le sue convinzioni (“Il mio è il personale parere di chi opera fra le colline: il 99% delle aziende sono sane”), il giornale gli fa notare che comunque “da anni ormai la manodopera che lavora in agricoltura è straniera. Nelle cinque cantine visitate dalle divise lo era nella quasi totalità; in quella del presidente lo è all’85%”.
«Le cooperative girano il Paese inseguendo le stagionalità – risponde Zanella – Il loro comportamento dipende dagli interlocutori che trovano nelle diverse realtà.(…) Che cosa accada poi all’interno delle cooperative, non è esplicitato nei contratti che comunque sono in regola. Vengono utilizzati a volte incentivi cottimistici finalizzati al vitto e all’alloggio di cui si occupano le cooperative stesse».
“A noi invece interessa sapere cosa accade all’interno delle cooperative che offrono manodopera sottopagata alle aziende – conclude il Segretario della Fai Cisl al termine della lettura dell’articolo – interessa andare a fondo del problema, esattamente come ha detto al TG1 Mattia Vezzola, enologo delle cantine Bellavista e una delle figure più autorevoli della viticoltura in Franciacorta. Ribadisco per l’ennesima volta che non è nello stile della Cisl fare denunce per farsi pubblicità. Noi pensiamo che il nome e la fama del Franciacorta si tuteli anche garantendo dignità e tutela a chi lavora nelle vigne”.