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Poste/2 Storie di ordinari disagi
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Poste/2 Storie di ordinari disagi

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Pubblicato il 4 Giugno 2011

Una notizia pubblicata questa mattina dal Giornale di Brescia riassume bene il “costo” a carico dei cittadini della ristrutturazione operata in questi ultimi anni da Poste Italiane.  La storia arriva da Bione (Valsabbia).

Tempi duri per Poste Italiane Spa, alle prese con un processo di modernizzazione che per il momento si traduce in disservizio. Come ieri mattina a Bione, mentre suonavano le campane di mezzogiorno. Appoggiati alla ringhiera fuori dall’ufficio postale, in attesa di poter ritirare quel che gli spetta ogni mese, ci sono alcuni pensionati. Una decina almeno di «colleghi» se ne sono già andati spazientiti. «Prima hanno appeso il cartello con scritto che lo sportello avrebbe riaperto alle 10, poi alle 11 poi alle 12 – dicono -. Ancora però l’impiegato non si è visto». Dall’ufficio va e viene solo la portalettere, che certo non può rispondere alle loro necessità. È lei a cambiare la scritta sul foglio di ora in ora, secondo quanto le riferiscono i capi al telefono. E dov’è finito? «Non è colpa sua poveretto. Pensa che per fare più alla svelta si muove con la motocicletta – si preoccupano di farci sapere gli stessi pensionati -. È che capita sempre più spesso che senza nemmeno tanto preavviso lo mandino di qua e di là a sostituire i colleghi. Oggi è andato a Forno d’Ono e non riuscirà a venir via perché anche là dovrà consegnare le pensioni».