La Fai Cisl e la Flai Cgil di Brescia denunciano la preoccupante situazione che sta vivendo il sistema zootecnico nazionale e di conseguenza l’Associazione Provinciale Allevatori di Brescia, situazione determinata dalla mancanza di copertura finanziaria all’attività di controllo dell’APA. Mettere in discussione funzioni pubbliche obbligatorie come la selezione genetica del patrimonio zootecnico e i conseguenti controlli funzionali, è un atto politico di grave irresponsabilità.
Gli allevamenti in pericolo sono oltre 75.000 per un totale di 5 milioni di capi di bestiame. Molto grave sarebbero inoltre le ricadute sulla sicurezza alimentare, basti pensare che il 79% del latte italiano è controllato dalle Associazioni Allevatori che nei 24 laboratori distribuiti sul territorio nazionale effettuano oltre 16 milioni di analisi. L’emergenza mozzarella blu e la presenza sul mercato di carni suine estere alla diossina solo per citare gli ultimi casi, testimoniano l’esigenza di investire in questa direzione con continuità e senza pericolosi cambi di rotta.
A rischio sono complessivamente 3.000 posti di lavoro a livello nazionale, più di 100 a Brescia, tutti lavoratori qualificati e specializzati, che non godendo di alcun ammortizzatore sociale si troverebbero dalla mattina alla sera senza alcun sostentamento.
Chiediamo alla Regione Lombardia un immediato intervento presso il Ministero dell’Agricoltura e delle Finanze perché si trovi un soluzione al problema.
La tracciabilità all’origine e la sicurezza alimentare devono essere obiettivi concreti e non solo semplici promesse.
Non si possono cancellare sessant’anni di serio lavoro. Non si può sostenere che l’obiettivo della competitività del sistema Italia è prioritario e poi negare le risorse essenziali al sistema rischiando di estromettere l’Italia dalla rete internazionale del miglioramento genetico degli animali di interesse zootecnico.
Forestali, rinnovato il contratto
Nel bresciano sono oltre 200, nella sola Valle Camonica 160