FIT Cisl: i trasporti hanno bisogno di idee
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FIT Cisl: i trasporti hanno bisogno di idee

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Pubblicato il 25 Marzo 2005

Buoni mobilità, pedaggi di ingresso nelle aree urbane, deducibilità totale delle spese sostenute nell’utilizzo del trasporto pubblico. Claudio Lonati, Segretario generale della FIT CISL di Brescia, la federazione dei lavoratori del settore trasporti, ha aperto il Congresso della sua Categoria con una relazione che accanto all’analisi dei problemi ha messo anche qualche proposta. All’insegna del coraggio e della volontà di cambiare realmente le cose.

“Infrastrutture e trasporti rappresentano uno fra i più efficaci volani della crescita economica del Paese e del benessere sociale. Ma si ha come l’impressione che si sia raggiunto una sorta di equilibrio: non si vedono all’orizzonte né vere politiche di incentivazione al mezzo pubblico, e tanto meno iniziative per fare in modo che la merci non viaggino esclusivamente (siamo ormai all’80% ) su gomma”. Claudio Lonati ha spiegato anche che “le due principali modalità di trasporto in Italia, strada e ferrovia, ci vedono singolarmente protagonisti nelle classifiche europee: infatti, in rapporto agli abitanti. con circa 300.000 mila chilometri di strade l’Italia e prima in Europa, mentre con 19.500 chilometri di rete ferroviaria siamo gli ultimi nel Vecchio Continente”.

Come può un’offerta del servizio ferroviario quantitativamente e qualitativamente così scarsa attrarre l’interesse dei cittadini? Come si può immaginare un travaso d’utenza dal mezzo privato al mezzo pubblico? “La FIT CISL – ha detto il Segretario generale – da molto tempo sta denunciando questa situazione di degrado; gli utenti sono talmente esasperati che sono arrivati ad azioni estreme come quelle di presidiare i binari. Il messaggio è chiaro: agli utenti non interessano i bonus sui ritardi, interessa arrivare in orario al lavoro e se non è chiedere troppo che in inverno funzioni il riscaldamento sulle carrozze”.

Comuni, Province e Regione devono muoversi con maggiore determinazione e con idee più chiare. “Potrebbero contribuire, ad esempio, non solo all’acquisto in leasing del materiale rotabile necessario per un servizio all’altezza delle attese, ma anche con una politica tariffaria da modulare con il gestore per ridurre i costi e ampliare le opportunità. Che gli Enti Locali rispondano che non ci sono risorse – ha aggiunto Lonati – è assolutamente fuori luogo. Qui si parla di investimenti, di futuro, di scelte strategiche! Perché non utilizzare per finanziare il trasporto regionale ferroviario una parte dei pedaggi di quelle autostrade che fra mille polemiche, vedranno comunque la luce, e di quelle che già percorriamo a prezzi non certo popolari?”.

Uguali problemi di mancanza di progettualità, mancanza di coraggio e mancanza di inventiva si riscontrano nel trasporto pubblico urbano. “È evidente che la liberalizzazione del settore – ha detto ancora il Segretario generale della FIT – non ha dato e non poteva sicuramente dare nessun impulso nuovo: l’equazione più servizi uguale più qualità uguale meno contributi non poteva reggere!

Per un rilancio vero del trasporto pubblico servono politiche concrete di investimenti, servono regole, uguali per tutti, dalla Val d’Aosta alla  Sicilia. La politica, il Governo, le Regioni, gli Enti locali non possono sottrarsi a questi impegni, non possono ricordarsi degli autoferrotranvieri perché l’inquinamento è alle stelle e servono più autobus, o perché bisogna raddoppiare il servizio se si chiudono le città!”

Se il servizio di trasporto pubblico deve avere una valenza sociale significa che non si può guardare solo al profitto. La realtà e purtroppo molto diversa e ormai siamo al collasso: i finanziamenti pubblici, dei quali il settore necessità, non sono sufficienti: il rapporto 65% da finanziamenti pubblici e il 35% da introiti per i biglietti è saltato. La Regione Lombardia arriva a coprire a malapena il 51% dei costi e la maggior parte delle aziende ha bilanci profondamente in rosso. Invertire questa tendenza è possibile.”Basterebbe una vera integrazione tariffaria fra i diversi vettori – ha esemplificato Lonati – e dare la gestione degli introiti dei biglietti ad un ente terzo, una authority sopra le parti, che li ridistribuisca equamente alle società che svolgono il servizio: in questo caso il cittadino potrebbe scegliere il mezzo di trasporto indipendentemente dall’azienda o dal biglietto o abbonamento che ha in tasca, utilizzando a parità di destinazione il primo autobus che passa alla fermata”.

Occorre decongestionare le vie cittadine dal traffico privato e per farlo si potrebbe e si direbbe ricorrere ai ticket di egresso in città. Le sperimentazioni ci sono, i risultati anche. Occorre la volontà politica. Potremmo utilizzare i ricavi di questi pedaggi per ridurre i costi degli abbonamenti e per ammodernare il parco autobus. Ma si potrebbe anche rendere integralmente deducibile dal reddito di ogni singolo utente l’abbonamento al trasporto pubblico e anche ferroviario. E, perché no, diffondere i buoni-mobilità sulla falsa riga dei diffusissimi buoni pasto, anche attraverso gli accordi aziendali.

Lonati ha dedicato spazio anche a ripuntualizzare la posizione del sindacato Cisl rispetto all’Aeroporto: “La desolante fotografia dello scalo aereo cittadino – ha detto – non è data solo dallo scarso numero di voli e di passeggeri, ma anche da comportamenti dirigenziali(come lo scandaloso ricorso ai contratti a termine) che smentiscono nei fatti quel che si va sostenendo in tema di rilancio e di nuovi impegni per il futuro Riteniamo comunque di continuare come abbiamo sempre fatto a credere nell’importanza strategica dell’aeroporto, per lo sviluppo economico della nostra provincia, ma devono crederci anche con più convinzione le istituzioni, le forze politiche, le associazioni imprenditoriali, bisogna mettere in campo iniziative forti e decisive. La concessione dell’aeroporto deve essere in capo al D’Annunzio, lo scalo deve vivere di una propria concessione autonoma, svincolata da Verona”.

Sulla relazione di Lonati il dibattito congressuale ha confermato il largo consenso di cui gode il gruppo dirigente della Categoria e la volontà di continuare sulla strada di un impegno rigoroso e di un confronto aperto, con le altre sigle sindacali del settore e con tutti gli attori, pubblici e privati, che hanno ruolo e responsabilità nella definizione e nella gestione delle politiche del trasporto.

Claudio Lonati è stato rieletto al termine del Congresso nella carica di Segretario generale; con lui in Segreteria sono stati eletti anche Mauro Scalvini, Nunzio Rettore e Roberto Polini.