Una Legge discriminatoria, pericolosa e incapace di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro e a quelle di una reale integrazione dei cittadini stranieri. La Cisl bresciana giudica in maniera assolutamente negativa la nuova Legge sull’immigrazione approvata dalla Camera dei Deputati e ormai nota come Legge Fini-Bossi, considerando particolarmente grave la scelta di rilevare le impronte digitali ai soli cittadini extracomunitari.
“La filosofia dell’impianto normativo – spiega un documento approvato dall’Esecutivo della Cisl bresciana – non garantisce l’unità familiare, con il ricatto dell’espulsione nel caso di perdita del posto di lavoro precarizza l’insieme del mondo del lavoro, viola il principio costituzionale della possibilità di difesa per i cittadini irregolari o clandestini soggetti ad espulsione”.
Ma non è finita, sottolineano ancora in casa Cisl: “Il testo approvato dalla Camera, infatti, non prevede alcuna possibilità di regolarizzazione per quei cittadini già presenti massicciamente sul nostro territorio ed attualmente occupati in nero, accantonando così una questione di delicatissima al centro del dibattito. Per questo la Cisl di Brescia – conclude il documento approvato dall’Esecutivo – chiede che si proceda con urgenza a definire, così come previsto nella Legge per badanti e colf, una norma che permetta la regolarizzazione di chi oggi è costretto a lavorare in nero”.